Violette
Violette di Martin Provost
con Emmanuelle Devos, Sandrine Kiberlain, Olivier Gourmet, Frans Boyer
Dal 25 giugno 2015
Simone de Beauvoir. Il suo nome evoca un intero universo. Femminismo. Libertà sessuale. Ed evoca anche i nomi di coloro che l’hanno conosciuta e apprezzata: Sartre, Camus, Merleau-Ponty. Tra questi c’è anche un nome, oggi relativamente sconosciuto: quello di Violette Leduc. La Leduc è stata per molti versi un pioniere come la de Beauvoir, ma al contrario di quest’ultima non ha conosciuto la fama e il successo, ma ha dovuto fare i conti con la povertà, l’indifferenza verso il suo lavoro e diversi problemi.
Violette Leduc era figlia di una cameriera e di un uomo che non l’ha mai riconosciuta, un’illegittima, una «bastarda» dal titolo del suo libro più famoso. Diventata amica di Maurice Sachs e poi di Simone De Beauvoir scoprì di avere un grande talento che riversò in una scrittura diretta, dolorosa, in cui il desiderio femminile veniva raccontato senza pudori borghesi. Il suoi romanzi più noti, l’autobiografico «La bastarda» e «Teresa e Isabella».Violette di Martin Provost, potrebbe essere l’occasione per il pubblico italiano di riscoprire quest’autrice che negli anni Sessanta rivoluzionò il modo di raccontare la sessualità.